CESENA

Sabato 11 febbraio 2017 la sezione ANVGR di Cesena e Cesenatico, col patrocinio del Comune di Cesena, ha dato vita alla prima commemorazione dei caduti per i moti risorgimentali del 1832.

In occasione del 185° anniversario dello scontro armato avvenuto fuori le mura cittadine, l’assessore alla cultura Christian Castorri ha deposto una corona di alloro sotto alla lapide dedicata ai caduti per le patrie battaglie, alla presenza delle associazioni d’arma, della banda civica e di oltre un centinaio di persone. È intervenuto quindi Cesare Galantini che, a nome dei garibaldini dell’Emilia Romagna di cui è presidente, ha illustrato i fatti successi agli albori del patrio Risorgimento e descritto la “Battaglia del Monte”

A seguito dei moti rivoluzionari scoppiati nel febbraio del 1831 nel Ducato di Modena, anche le Legazioni (province) pontificie di Bologna e della Romagna, si ribellano al Pontefice, istituendo il Governo delle Provincie Unite. Alla base di questo Stato vi è la consapevolezza che tutti i cittadini hanno eguali doveri e diritti e che i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario non possono essere gestiti arbitrariamente da una sola persona.

La repressione austriaca non tarda ad arrivare e il 20 marzo 1831 presso Rimini, l’armata asburgica distrugge l’impreparato esercito delle Provincie. Per tutta l’estate, Papa Gregorio XVI intavola trattative con gli insorti, promettendo riforme, nel frattempo raccoglie un esercito di circa 9.000 uomini, in parte mercenari, da spedire in Romagna. Nel dicembre del 1831 pare chiaro a tutti che il Papa non intenda concedere nulla, giungono a Rimini 4.000 fanti 500 cavalleggeri (dragoni) ed una sezione di artiglieria, comandati dal Colonnello Bentivoglio di Bologna.

A Cesena si raccolgono i volontari da tutta la regione ed oltre, intenzionati a resistere ad oltranza ai papalini; si costruiscono rudimentali palizzate e trinceramenti lungo la via che porta a Rimini e si sistema il grosso delle truppe a ridosso della Basilica di Santa Maria del Monte. In tutto gli insorti superano di poco le 2.000 unità, con poche armi da fuoco e soli 3 cannoni. Nella tarda mattinata del 20 febbraio 1832 i pontifici attaccano e per oltre due ore volontari resistono. I pontifici, “atterrate le porte a colpi di cannone” (come recita un loro dispaccio militare), entrano i città, sparando e passando a fil di spada chiunque incontrino.

Al tramonto la bandiera dello Stato della Chiesa sventola dal terrazzo del Municipio, nella piazza deserta di una città disseminata di cadaveri.

(ANVRG Sez. Cesena-Cesenatico)